Questa settimana, a Roma, dal 4 all’8 dicembre si svolgerà la tredicesima edizione di Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria — come sempre, presso il Palazzo dei Congressi, all’Eur.
Quest’anno, dicono gli organizzatori, la fiera intende sfidare la crisi, addirittura aggiungendo un giorno al suo programma. Il cartellone è molto ricco; centinaia di ospiti ed espositori testimonieranno l’intraprendenza e la vivacità di un segmento chiave dell’editoria italiana. Sul sito ufficiale sono disponibili programma, aggiornamenti, novità e i collegamenti ai profili su Facebook, Twitter (hashtag #PiuLibri14), Flickr e YouTube.
Ti è mai capitato, mentre scrivi, di avvertire una presenza giudicante, accanto a te? Di immaginare che uno gnomo, un fantasma, qualcuno o qualcosa ti si sia piazzato dietro le spalle per spiare quello che stai scrivendo? E manco a dirlo, a un certo punto quello gnomo punta il dito sull’ultima frase che hai scritto ed esclama: “No! Così non va!“
Prima di tutto, sei in buona compagnia; e poi, quello gnomo è una parte di te. Può darsi che tu abbia vissuto, fin dall’infanzia, in un ambiente particolarmente giudicante e che abbia fatto tuo questo comportamento, arrivando a metterlo in pratica senza nemmeno accorgertene. Hai subito delle critiche, e adesso sei vittima di una tendenza eccessiva all’autocritica.
Il sito iltuoeBook.it ha reso disponibile una traduzione in italiano di un’intervista con l’irlandese David Gaughran, autore di numerosi libri alcuni dei quali (di grande successo) dedicati al self-publishing. Nessuno è al momento disponibile nella nostra lingua ma ne esistono traduzioni, dall’originale inglese, in francese e spagnolo.
Può essere senz’altro interessante leggerla a titolo, diciamo così, di ispirazione (difficile per un autore che scriva in italianonoi non abbiamo colonizzato il mondo, se non in tempi troppo antichi... arrivare a quei numeri). E se poi la strada dell’autopubblicazione vi sembra praticabile, date un’occhiata a questa panoramica sugli strumenti tecnici e sulle piattaforme utili a chi, nel nostro paese e nella nostra lingua, intenda cimentarsi. E se, infine, non volete fare tutto da soli ma cercate un partner, chi meglio di noi? 😉
Impazza su Twitter la hashtag che campeggia nel titolo del post, #unlibroèunlibro — e che riguarda il fuoco della fiera contrapposizione tra libri di carta ed elettronici. Davvero dobbiamo ritrovarci a ripetere ancora una volta che il valore di un libro risiede nel suo contenuto più che nella forma (cartacea o digitale) attraverso la quale tale contenuto è veicolato?
Le strade che portano a pubblicare un libro (qualora non si abbia alle spalle un’agenzia letteraria) sono tre. Si può: (1) rivolgersi a una casa editrice nella speranza che sposi il progetto; (2) rivolgersi a un editore a pagamento — EAP — che senz’altro sposerà il progetto ma lo realizzerà a spese dell’autore; (3) utilizzare l’autopubblicazione, o selfpublishing. Proviamo a considerarle, una alla volta.
1) Pubblicare un libro attraverso una casa editrice
Tutti coloro che scrivono sognano di essere pubblicati da un editore noto e riconosciuto, con il quale stipuleranno un contratto di edizione (così come regolato dalla legge sul diritto d’autore). Questo contratto prevede che l’autore ceda in esclusiva alla casa editrice il diritto di pubblicare la sua opera, per un periodo di tempo limitato, e che gli sia corrisposta una percentuale sul prezzo di vendita del libro — della quale viene anche versato un anticipo, alla firma del contratto. E questo è senz’altro il tipo di pubblicazione più desiderabile.
Dopo essersi lanciata su Vimeo, dove vengono caricati i nostri video, Scrittura a tutto tondo approda finalmente anche su Facebook: ecco la nostra pagina, appena inaugurata, sul social più amato dagli italiani — non tutti, veramente: c’è chi il Faccialibro o Facciabucco proprio non lo sopporta. Se non appartieni a questa specie, e “ti piace” il nostro lavoro, sai bene quel che puoi fare, da ora in poi. Usa la pagina per connetterti con noi, per inviarci commenti, domande, richieste… non mancare, ti aspettiamo!
Sette come i peccati capitali, ma questi non sono peccati; solo miti, leggende metropolitane diffuse tra coloro che ambiscono a veder campeggiare il proprio nome su una copertina. Qualcuna ti sembra familiare?
Mito n. 1. Se riesco a trovare una casa editrice, non dovrò occuparmi della promozione del mio libro: l’ufficio stampa e l’ufficio marketing dell’editore faranno tutto.
La realtà. Con rarissime eccezioni, anche gli scrittori pubblicati nell’ambito della cosiddetta editoria tradizionale si impegnano in prima persona nella promozione delle loro opere, se non altro attraverso i social media; e se non hanno voglia di farlo, trovano qualcuno che lo faccia per loro. Questo è da un lato un dovere morale nei confronti dell’editore che ha investito non poco nella pubblicazione dell’opera cartacea, dall’altro una necessità nel mondo della comunicazione, per come si configura al giorno d’oggi.
Siamo felici di annunciare la pubblicazione di un libro davvero speciale. Abbiamo infatti curato l’edizione nel formato eBook di una raccolta di racconti (già uscita come libro cartaceo a cura dell’Associazione Culturale Pa.Gi.Ne. e di Maria Cristina Capanni), che sostiene una causa importante. Ne ha parlato anche Milanonera e il sito del festival letterario GialloLuna NeroNotte.
Si tratta di Sorrisi di gatto — racconti scritti da nove autrici di fama internazionale, che rinunciano alle royalties per devolverle interamente all’Associazione Onlus Bambini Cri du Chat.
“Cri du chat” vuol dire “grido del gatto”. Questo è il nome suggestivo di una malattia rara, dovuto al fatto che, fin dalla nascita, i bambini che ne sono affetti emettono nel piangere un suono simile a un miagolio. Scoperta nel 1963, la sindrome conta alcune centinaia di casi in Italia — riconosciuti. Poiché, essendo poco diffusa, talvolta non viene diagnosticata. Mentre una diagnosi e una terapia precoci, fin dai primi mesi di vita, possono fare la differenza.
Se deciderete di acquistare questo eBook di racconti scritti con il cuore, o magari di regalarlo, avrete la certezza di aderire a una campagna di solidarietà nei confronti di famiglie che vivono una condizione non semplice e che non ricevono troppa attenzione da parte delle istituzioni.