È uscito con OneReed edizioni il nuovo libro di Nicoletta Capone, psicologa clinica e sceneggiatrice televisiva che nel 2018 ha pubblicato il suo primo romanzo La radice quadrata dell’uno per cento con il nostro supporto. È intitolato QUANTI racconti. La meccanica quantistica nascosta nella nostra vita ed è, naturalmente… un libro di racconti. Che si muovono tra la matematica e il mistero.

I libri di Nicoletta Capone

Cosa hanno in comune — leggiamo in quarta di copertina — due gemelli americani che non si sono mai visti con una ragazzina che forse è un fantasma e vede una donna che forse è un fantasma, e con una particella di luce arrabbiata nei confronti del suo osservatore, e con un sogno d’amore romantico che parte da Platone e arriva fino ai Quartieri Spagnoli di Napoli, e con un insospettabile assassino alle prese con l’incubo fin troppo reale della figlia, e con due poliziotti di Stoccolma all’inseguimento di un uomo invisibile…?

Nicoletta Capone, come nasce questo nuovo libro?

Nasce da due miei amori, solo apparentemente diversi tra loro, che si sono incontrati e mi hanno regalato l’idea giusta. Sono i racconti de Le Cosmicomiche di Italo Calvino, nel quale ho trovato quello che considero il racconto perfetto, “La spirale”, e la teoria quantistica di David Bohm sull’universo come ‘Indivisa Interezza’. Le mie pagine si ispirano proprio all’operazione compiuta da Calvino in quella raccolta: come lo scrittore giocò con l’astronomia e la biologia per raccontare la vicenda umana, così io ho provato a giocare con la meccanica quantistica, traslandone le leggi e le teorie fondamentali dal microcosmo al macrocosmo, a noi, alle nostre vite.

Spiegaci perché ha questo titolo.

È un piccolo gioco di parole, utile a indicare al mio potenziale lettore la presenza della meccanica quantistica nelle mie storie. O meglio, dell’ispirazione che questa scienza mi ha regalato nel creare i sette racconti che compongono la raccolta, nella quale la teoria dell’Entanglement, il paradosso del gatto di Schrödinger, la teoria della doppia fenditura, il principio di indeterminazione di Heisenberg diventano pretesto per raccontare incontri voluti dal destino, il momento delle scelte cruciali, le dinamiche del segreto, forse le allucinazioni, perfino un’indagine poliziesca surreale.

Come mai, dopo aver pubblicato un romanzo, ti sei dedicata al racconto?

In realtà, ho scritto i racconti prima del romanzo, ma mi sono chiesta se pubblicarli o no per molto tempo… e alla fine sono trascorsi anni! In effetti, la forma del racconto è più vicina alle mie corde, sia come scrittrice sia come lettrice: il romanzo ti consente di creare un ‘mondo’, di prenderti il tempo di giocare con trama e personaggi, e lo concede anche al lettore; il racconto richiede una partecipazione del lettore più immediata, gli lancia un’esca e, o lo prende all’amo, oppure no: non ha seconde occasioni. Il romanzo ti accompagna, il racconto ti viene a scovare. O, come diceva Cortàzar: “Il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”

Tu sei anche sceneggiatrice: hai scritto serie come Sei forte maestro!, La Squadra, Vivere e Centovetrine. In cosa differisce la scrittura di romanzi e racconti dalla scrittura di sceneggiature per l’audiovisivo?

A parer mio, le regole della narrazione sono, in sostanza, sempre le stesse: le differenze sono quelle imposte da ciascun mezzo di comunicazione, che pone condizioni diverse ma anche soluzioni diverse. Comunque, una scrittura che funzioni, per me, deve innazitutto riuscire nel suo obiettivo primario, che è incollarti alla storia e farti chiedere: “E ora, che succederà?”.

È stato difficile trovare una casa editrice per il tuo libro?

Sono stata fortunata. Sappiamo bene che i racconti fanno molta fatica a trovare spazio nel mercato editoriale italiano, soprattutto se di scrittori praticamente esordienti, come me. Per questo, ero abbastanza certa che i miei sarebbero rimasti nel cassetto. Poi, però, ho conosciuto la OneReed Edizioni, per la quale ho co-tradotto i libri di Bruce Moen: è nato un rapporto di reciproca fiducia e allora ho deciso di propormi anche come autrice. Ho trovato subito un riscontro positivo e così… eccomi qui!

Nicoletta Capone

Tu hai pubblicato libri sia in forma indipendente, sia attraverso una casa editrice. Secondo Nicoletta Capone, quali sono i vantaggi e gli svantaggi sia del selfpublishing, sia della pubblicazione con un editore?

L’autopubblicazione consente di sicuro un controllo maggiore sul prodotto, ma ciò significa anche privarsi del confronto con professionisti del settore e questo, purtroppo, sta portando a tanta autopubblicazione mediocre. Avere un editore che ti sostiene e ti segue, oltre alla sicurezza che ti dà sulla qualità del tuo lavoro, ti consente di collocarti nel mercato con maggiore autorevolezza.

Hai qualche consiglio da dare a chi si affaccia al mondo dell’editoria nella speranza di pubblicare il proprio libro?

Di sicuro, non mollare ai primi ‘no’. E poi, seguire i preziosi consigli presenti su questo sito, come decidere se affidarsi a una agenzia letteraria o a un editor, per far rendere al meglio il proprio scritto, e selezionare le case editrici prima di proporsi. Un libro favoloso, offerto a un editore che semplicemente non tratta quel tipo di argomento/genere/stile, è tempo perso e frustrazione sicura.

Hai bisogno di aiuto? Contattaci! Possiamo aiutarti a scrivere e pubblicare il tuo libro. Siamo un gruppo di donne, coach esperte al tuo fianco lungo il percorso che ti porterà a realizzare il tuo desiderio: Scrittura a tutto tondo è il servizio editoriale professionale che si prende cura delle tue aspirazioni.

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1 commento a: Intervista con Nicoletta Capone, autrice di «QUANTI racconti»

  1. Ritrovo con piacere la mia compagna di scuola Nicoletta dopo anni. E stata sempre una persona in gamba e le faccio i miei migliori auguri.

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