«Con la questione della quarantena, anche se continuo a lavorare in smartworking, ho più tempo per scrivere. Due ore di traffico azzerate per andare e tornare dal lavoro, cinque giorni su sette: dieci ore da dedicare alla scrittura guadagnate per me 😁».

Essere creativi - il volto di una ragazza dipinto di mille colori

Così mi scrive una ragazza che sta seguendo un percorso di coaching (ovviamente “ci incontriamo” su Skype). L’emoji Smiling Face, che lei ha inserito alla fine del paragrafo, rappresenta la gioia di chi è riuscito a trasformare un problema in un’opportunità: cosa per nulla scontata.

Uscire dal tunnel

Vivo da sola, e nei primi giorni del distanziamento sociale non mi sembrava che la mia vita fosse cambiata in modo sconvolgente; ma poi ho scoperto quanto possa essere triste non vedere veramente mai nessuno. E se per le famiglie obbligate a una convivenza H24 (e perciò forse destinate alla dissoluzione…) si parla scherzosamente di clausura o di arresti domiciliari, per chi vive da solo si evoca il 41-bis.

Eppure io mi ritrovo spesso, nel corso delle lunghe videochiamate con gli amici (mai così tanto affetto via smartphone) a convenire con loro sul fatto che il coronavirus ci aiuterà a rivedere le nostre priorità; che questo Grande Male potrà lasciare qualcosa di buono a quelli tra noi che rimarranno, e sapranno coglierlo. Il senso della collettività, per esempio, che si era ridotto a scontri tra fazioni opposte dominate da personalità narcisistiche; e la calma, che si era persa in una frenesia iperattiva in grado di allontanarci da noi stessi.

Personalmente ho avuto anni bui, e me ne era rimasta una paura del futuro che a volte ancora mi toglieva il sonno. Il paradosso è che quella paura è svanita, proprio adesso che il futuro è veramente incerto. Ma è nel quotidiano, nel presente, che tutti ci troviamo in difficoltà, in questo periodo. E forse può aiutarci pensare che la luce non sia “alla fine del tunnel”, ma qui ed ora; che sia un sacro fuoco da alimentare, in modi attivi e creativi, perché resti sempre acceso e illumini il cammino verso la liberazione che verrà.

Abbi cura di te. E del vicinato

Per essere creativi occorre in primo luogo aver cura di sé, soprattutto nei momenti difficili. Quindi, ci dicono gli esperti: al mattino alzati sempre alla stessa ora, anche se non devi andare da nessuna parte, e mantieni uno stile di vita salutare anche in termini di alimentazione. Mangia bene, mangia sano; e per procurarti il cibo (aggiungo io) possibilmente evita di fare file interminabili davanti al supermercato, che evocano i razionamenti del passato (qualcuno infatti paragona questi tempi ai tempi di guerra, anche se la guerra è proprio un’altra cosa). Ci sarà qualche negozio di alimentari, nel tuo quartiere: davanti al fruttivendolo o al macellaio, il tempo sprecato a fare la coda si riduce dalle due ore ai dieci minuti, e i piccoli commercianti hanno bisogno di sostegno. Non eravamo soliti dire che i centri commerciali e i grandi supermercati stavano uccidendo i piccoli negozi?

Essere creativi: abbi cura di te. Un manichino variopinto nell'atto di camminare

E poi potresti prendere l’abitudine di correre o camminare speditamente, nei pressi di casa tua, tutti i giorni per una ventina di minuti. L’ordinanza del Ministero della Salute di venerdì scorso (20 marzo) non ci vieta di svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Venti minuti, ogni giorno, possono fare la differenza (per me l’hanno fatta). Ma se questa blanda attività fisica non ti corrisponde, puoi provare un corso online da seguire insieme ad altri (un esempio). Su Youtube puoi trovare anche corsi di Qi Gong o Yoga: pratiche salutari che magari avevi sempre desiderato intraprendere, ma che non ti eri mai concesso/a.

Lo stesso vale per la meditazione: questo può essere il momento giusto per iniziare a coltivare regolarmente questa pratica, che senz’altro aiuta a essere creativi; che soprattutto induce a ritrovare una tranquillità utile da un lato a lasciar andare gli aspetti di questa pandemia che non possiamo controllare, dall’altro a fidarci della vita, comunque si manifesti.

Potresti anche impegnarti in attività di volontariato, come l’aiuto ai vicini in difficoltà. C’è chi porta la spesa a casa di chi è impossibilitato a uscirne; a Venezia lo fanno gli “angeli del fango”. Potresti prestare o regalare a un vicino un bel libro che hai già letto, visto che procurarsene di nuovi in questi giorni è sempre più difficile (ahinoi).

Essere creativi: dulcis in fundo…

Essere creativi: un pupazzo che suona.

Questo è il momento di essere creativi anche nel senso letterale! Di estrarre dall’armadio la chitarra che non toccavi da tempo immemorabile e rimetterti a suonarla; di ricominciare a disegnare dopo anni che non prendevi in mano una matita. E soprattutto, perché qui di scrittura ci occupiamo, di ripescare dai meandri del computer, o dal tuo vecchio taccuino, quell’agglomerato di parole e idee che aspettava di trovare una forma e un senso.

Ora il tempo ce l’hai, perché (come la ragazza di cui sopra) lavori da remoto, o perché (purtroppo) hai molto meno lavoro di prima. Allora, prova a considerare questo tempo come un dono utile a leggere e scrivere di più.

Concediti di immergerti in un bel romanzo, una biografia interessante, un libro di self-help che ti aiuti a vivere una vita più appagante. In casa hai sicuramente qualcosa di questo tipo che ancora non hai letto. Hai letto proprio tutto e sei a caccia di ispirazioni? Dai un’occhiata al “festival letterario digitale” Decameron; se non riesci a procurarti i libri di carta che vi sono presentati, puoi provare con le versioni ebook.

Leggi e scrivi, dunque, con libertà e coraggio. È il momento di essere creativi in ogni senso. Oggi più che mai.

Rita Charbonnier
fondatrice di Scrittura a tutto tondo

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2 commenti a: Essere creativi nei momenti difficili

  1. Suggerimenti d’oro, grazie Rita. Tutto condivisibile. Tranne un fatto.
    Confesso una certa difficoltà a svegliarmi sempre alla stessa ora (da qualche anno che sono un vecchio d’azienda non lo faccio nemmeno quando vado in ufficio, in realtà). Non so se su qualche decreto degli ultimi usciti per questo questo io sia passibile di multe o carcere, ma tant’è… Magari perché la notte precedente c’era un bel film in TV, la mattina dopo non erano previste riunioni presto quindi mi viene naturale, come giustamente scrivi, cogliere “l’opportunità” di non dover fare la corsa in ufficio casomai per trovare il parcheggio, e guardarmi il film e svegliarmi mezz’ora (o più…) dopo.
    Per il resto, come in tante situazioni difficili, quando se ne esce a mio avviso quello che succede è l’eliminazione di una serie di toni “grigi” che prima casomai vedevamo. A me capitò in Africa, quando presi la malaria ad esempio, quella forte che ci è morto Coppi. Quando ne uscii, ebbi l’impressione di riuscire più velocemente a dividere il bianco dal nero, o i buoni dai cattivi.
    Forse anche qui, dopo, se riusciremo a frequentare soprattutto i “buoni”, e tenerci nelle zone della vita dove abbiamo individuato il “bianco”, probabilmente vivremo meglio. Probabilmente. Poi magari quanto ho scritto è frutto solo dei miei coronarresti domiciliari e sono tutte balle.
    Ma questa è un’altra storia.
    Alberto

    • Caro Alberto, svegliati quando ti pare! Nessuno ti fa la multa, tranquillo 😂
      A me sembra che il punto sia cercare di stabilire una nuova routine, delle nuove abitudini, anziché cercare di restare ancorati alle solite, o magari crogiolarsi nel rimpianto.
      Ti abbraccio.

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