Hai contattato un editor, hai speso un sacco di soldi per fargli editare un testo e te lo sei ritrovato peggiorato — o comunque non molto migliorato? Purtroppo succede. Alcuni autori ci hanno pregate di ri-editare testi che erano già passati per le mani di qualcuno, e quando li abbiamo esaminati ci siamo messe le mani nei capelli…

Gli strumenti di un editor: bloc notes e matita.

Erano costellati di periodi goffi o incomprensibili, non avevano una buona struttura, o addirittura contenevano refusi ed errori di grammatica! Era meglio la versione originale.

Anche un editor esperto può fare un lavoro discutibile. Perché a volte quello che non funziona è il rapporto tra lui/lei e l’autore/autrice, tra lui/lei e il testo. Per questo è importante, prima di assegnare il lavoro a chicchessia, porgli una serie di domande. Leggi questo articolo, tieni a mente le domande-chiave che trovi più in basso e utilizzale per individuare l’editor giusto per te.

Sì, perché l’editor giusto può dare più vita al tuo scritto; può rendere il testo più chiaro, più avvincente, ricco di sfumature, formalmente ineccepibile. Mentre un editor maldestro può danneggiarti, minando la tua credibilità. Ti è mai capitato di leggere un libro o un articolo scritto così così, e di pensare che anche l’autore doveva essere un tipo così così? 

Il tuo libro è un riflesso della tua persona, dei valori in cui credi, del mestiere che svolgi. Stai investendo tempo, creatività e probabilmente anche denaro in questo progetto; non vorrai buttare i soldi dalla finestra ritrovandoti con un manoscritto poco professionale, articolato in modo approssimativo o costellato di errori.

Adesso ti sveliamo un segreto. Anche gli scrittori professionisti si avvalgono della collaborazione di redattori ed editor. Tutti, infatti, possiamo aver bisogno di uno sguardo esterno e neutrale sul nostro progetto di scrittura: qualcosa non va sul piano della struttura? Gli argomenti, gli snodi della trama sono nel giusto ordine? E tutti, nessuno escluso, siamo profondamente immersi nel nostro libro in divenire, al punto che possiamo non renderci conto di eventuali errori di battitura: il cervello tende a correggere automaticamente la parola errata… insomma, tutti possono aver bisogno di un editor!

Ecco le domande-chiave da porre a un editor prima di assegnargli l’incarico:

1. Su quali generi di libri hai lavorato?

L’editor giusto per te ha lavorato su libri dello stesso genere del tuo, rivolti alla stessa fascia di lettori. Libri, non post o articoli: c’è una bella differenza.

2. Quali problemi hai riscontrato più spesso, nei libri dello stesso genere del mio?

Se l’editor ha davvero esperienza nel campo, sarà facilmente in grado di elencare le problematiche più comuni.

3. Potresti inviarmi un brano che hai editato, a titolo di esempio?

Dovrebbe trattarsi di un testo editato con la modalità “tieni traccia delle modifiche”, in modo che tu possa verificare gli interventi effettuati

4. Qualcuno dei libri che hai editato è stato pubblicato da una casa editrice?

Se l’editor ha lavorato esclusivamente su testi autopubblicati (editi in self-publishing), potrebbe non avere le competenze necessarie. Le case editrici richiedono uno standard più elevato.

5. Quali sono i tuoi punti di forza e di debolezza, come editor?

Alcuni editor sono abilissimi nell’aiutarti a trovare il termine perfetto e rendere più brillante la tua scrittura, ma potrebbero non essere altrettanto bravi nel dare flusso e forma a un manoscritto complicato e contorto. Se sei già consapevole del supporto specifico di cui hai bisogno, scegli l’editor che sia in grado di dartelo.

6. Trovi interessante l’argomento del mio libro? E perché?

Non è detto che un editor debba amare visceralmente l’argomento del tuo libro; ma se ne è entusiasta, la sua passione emergerà dal suo lavoro, e tu ne trarrai vantaggio.

7. Potresti mettermi in contatto con qualcuno degli autori per cui hai fatto da editor?

Se la risposta è “no”… procedi con cautela! Il professionista serio non ha nessun problema a farti fare due chiacchiere con i suoi clienti passati.

In generale, durante questa sorta di intervista (che dovrebbe svolgersi di persona, al telefono o via Skype/Whatsapp), valuta anche le capacità comunicative del tuo potenziale editor. Se parla un italiano non buonissimo, se utilizza a sproposito espressioni gergali, se non ti sembra di essere in sintonia con la persona… lascia perdere immediatamente!

Qualche suggerimento in più…

Non affidare subito all’editor l’incarico di lavorare su tutto il libro: inizia con un capitolo di prova (noi lo proponiamo sempre agli autori). Se il risultato del capitolo-campione non ti soddisfa, ci avrai rimesso poco e potrai cercare un altro editor. Anche il capitolo di prova, comunque, dev’essere retribuito: dopotutto, il professionista si mette al lavoro ed è giusto che riceva un compenso.

Fatti dare fin dal principio una stima del costo per l’editing dell’intero libro, e dei tempi di consegna del lavoro: tutto insieme? A scaglioni? Alcuni editor si fanno pagare a ore (noi no, non ci sembra il criterio migliore), altri in base alla lunghezza del testo in cartelle editoriali e al tipo di intervento necessario e richiesto (questo è, secondo noi, il criterio più corretto).

Stabilisci con chiarezza se è previsto o meno un secondo ciclo di modifiche. Se al termine del lavoro tu cambi qualcosa nel testo e richiedi nuovamente l’intervento dell’editor, lui/lei potrebbe richiederti (a ragione) un compenso aggiuntivo.

Infine, durante il processo di editing, tieniti in contatto con l’editor, anche se lui/lei non ti cerca. Mantieni il polso della situazione, così da non avere sorprese alla consegna del testo editato.

Rita Charbonnier
fondatrice di Scrittura a tutto tondo

7 commenti a: Come scegliere l’editor giusto?

  1. L’altra domanda da cento milioni di dollari,(proprio perchè sto cercando un editor e/o direttamente una casa editrice) dove cadono nel silenzio tutti i blogger editor o presunti tali, che sto leggendo in questi giorni, è la seguente: posto che una/o sia un editor freelance con esperienza e abbia collaborato al perfezionamento del libro x dell’autore y, perché il libro x dell’autore y è completamente sconosciuto o non è nemmeno in classifica Amazon, dove ormai chiunque può pubblicare? O per lo meno, che mi dica quante copie ha venduto o se ha ricevuto delle recensioni da riviste di settore, perché sennò si…direi che è molto meglio il “self editing e anche il self publishing”, piuttosto che pagare centinaia di euro se non di più, per cosa alla fine?
    Grazie in anticipo per la risposta e comunque complimenti per il vostro Blog.
    Alessandro

    • Caro Alessandro, grazie a te dell’interessante contributo e dei complimenti.
      È ovvio che se un editor ti dice “ho collaborato con l’autore X”, l’autore X deve essere un minimo conoscibile e riconoscibile. Voglio dire, le referenze esibite, in qualunque campo, dovrebbero essere verificabili, altrimenti uno può pensare che siano inventate; e dovrebbero anche avere un minimo di credibilità! Come dici tu, da chi l’autore è stato pubblicato, da chi è stato recensito eccetera.
      Però c’è un però. Alcune persone non vogliono si sappia che il loro libro, magari pubblicato da un editore famosissimo, era stato preventivamente sottoposto all’editing di un freelance. Quelle persone hanno richiesto all’editor freelance di firmare un contratto che contiene clausole di privacy stringentissime: se mai dicesse a qualcuno che il tale testo ha subito un più o meno corposo intervento da parte sua, sarebbero guai. Tieni presente anche questo.
      Ma a parte ciò, torno al principio: se l’editor ti dice “ho collaborato con Pincopallo” e Pincopallo non esiste da nessuna parte, è come se non ti dicesse nulla. Francamente passerei appresso.
      In bocca al lupo, e non mollare MAI!

  2. Grazie per i consigli Rita! Preziosi, come sempre. Condivido pienamente la necessità di massima attenzione. Ne aggiungo una, un po’ per scherzo un po’ no. Vagliate le risposte alle domande qui sopra, in caso i dubbi permangano consiglierei di farsi dare indirizzo dell presunto Editor, raggiungere il suo portone di casa e citofonare. L’ho fatto io quando si è trattato dei miei libercoli, e in tali occasioni ho capito molte cose.
    Ciao!
    AL

    • Non è così semplice però. Parlo da editor certo, però spesso gli autori confondono lo stile e la propria voce con il “rimpinzare” il testo di opinioni personali, prove di scrittura ricercata o digressioni che nulla hanno a che vedere con lo scrivere un buon libro. Mi è capitato diverse volte di sentirmi dire “eh ma quello è il mio stile, PER ME quella era una parte importante”. Ma se il libro non è solo un regalo che stai facendo a te stesso, allora andrebbe anche presa in considerazione l’opinione di qualcuno che innanzitutto si approccia come un lettore che per la prima volta sfoglia il testo. Questo per dire che non è sempre facile trovare un equilibro e sono d’accordo, il rapporto editor/autore è importantissimo per la buona riuscita di un lavoro del genere.

      • Interloquire con persone che non hanno lo stesso livello di competenza non è mai semplice, è vero; ma è altrettanto vero che irrigidirsi sulle proprie posizioni alla lunga compromette il rapporto. E questo vale anche per l’editor: dal cliente cocciuto, con il quale è impossibile che si instauri una relazione costruttiva, è meglio allontanarsi. Io perlomeno la vedo così 🙂

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