Pare che Ernest Hemingway abbia affermato con assoluta convinzione: “La prima stesura di qualunque cosa fa schifo”. Che il grande scrittore americano lo pensasse veramente o che si tratti di una fake news, ripetersi questa frase a mo’ di mantra può avere una certa utilità; e non per darsi addosso, ma per evitare di soccombere al perfezionismo.

Scrivi e basta: un quaderno pronto ad accogliere parole

Perché la verità è che la ricerca ossessiva della perfezione, nella scrittura e in tutte le attività creative, non porta da nessuna parte. Se non fai che domandarti, mentre scrivi, se quella parola, quella frase, quel paragrafo sono “giusti”, tutto quel che ne ricavi è un’alterazione del tuo stato creativo.

Mentre scrivi, scrivi e basta. Non rifinire, non correggere, non “editare”: lo farai dopo, quando avrai ultimato la prima stesura. E se stai scrivendo un testo di non-fiction e hai bisogno di effettuare corpose ricerche, cerca di non ripetere a te stessa, o a te stesso, che è necessario farle tutte coscienziosamente prima che tu ti metta veramente a scrivere. Oggi che è così agevole intervenire sui testi in divenire, oggi che non c’è bisogno di fare correzioni a penna e poi ribattere da capo tutto dalla prima parola all’ultima, puoi benissimo, senza alcun patema, lasciare nel tuo testo alcune zone vuote, con un’annotazione tipo:

da completare sulla base della ricerca sui polimeri

o su qualunque altro argomento ruoti attorno al tuo libro.

Scrivi e basta, quindi. Non tornare indietro a rileggere l’inizio del capitolo dieci volte, non ripercorrere minuziosamente tutto ciò che hai scritto fino a quel momento nel tentativo di accertare che sia chiaro, comprensibile, che scorra bene, che il tono sia giusto, che non ci siano virgole tra soggetto e verbo o spazi ripetuti. Rischi di bloccarti; rischi che la scrittura divenga per te una lenta agonia. La lentezza ci può stare. Il dolore un po’ meno; sarebbe meglio evitarlo.

E come? Potresti provare a interloquire con il tuo io perfezionista, quando si fa sentire; quando ti batte su una spalla mormorando: “Ehi, quella parola non ci sta bene! Torna subito indietro e trovane un’altra”. Prova a ringraziare quella parte di te per l’interessamento e a farle sapere che avrai bisogno del suo intervento più tardi; dille che quello non è il momento adatto ma che, durante il processo di revisione del testo, il suo aiuto sarà prezioso. Ti sembra una cosa da pazzi? Non è forse più insano soccombere all’insicurezza e all’eccesso di autocritica?

Scrivi e basta, davvero. Porta la tua creazione alla luce. Porta la tua Euridice fuori dagli inferi. Non voltarti indietro.

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